Nei primi decenni di appartenenza al Comune di Milano, nel territorio
intorno al Molino Doppio i prati di vario tipo (aratorio, adacquatorio,
marcitorio, ecc.) hanno continuato il loro periodo di fulgore, mentre già
dall'inizio del XX secolo gli agricoltori hanno cominciato gradatamente ad
avviarsi verso le colture industriali del mais e del riso e gli allevatori a
sostituire il foraggio con i mangimi depositati nei silos.
Oggi la zona fa parte del Parco agricolo Sud Milano, istituito nel 1990,
regolamentato dalla legge regionale n. 16 del 2007 e gestito dalla Città
metropolitana di Milano.
Questo vasto Parco ricomprende nella sua area molti comuni e conserva al suo interno un patrimonio rurale caratterizzato dalle rete di acque che da secoli ne hanno garantito la particolare fertilità, un patrimonio storico di edifici civili e religiosi e un patrimonio di aree naturali protette.
L'area di cui fa parte il Molino Doppio appare caratterizzata dalla presenza
di risaie, di cascine e dell'affascinante chiesetta di San Marco e
trovandosi a poche centinaia di metri dalle zone cittadine più densamente
abitate viene ogni giorno fruita da un gran numero di appassionati della
corsa, della camminata sportiva, della rilassante passeggiata e della
bicicletta.
Nel 1873 il Comune dei Corpi Santi cessa di esistere in quanto entra a far parte del comune di Milano, quindi anche il Molino Doppio diventa Milanese. A questo punto anche il molino decide di cambiare! Infatti :
il “Repertorio Generale” (ancora intestato Comune Corpi Santi) del 1875, di corrispondenza fra i numeri di mappa 1866 relativi a fabbricati, con quelli della mappa d'aggiornamento 1875 e dell'allegato 1854,* conservato all'Archivio di Stato di Milano, ci informa che, pur continuando il Molino ad insistere sul mappale 1043, il mappale 1042 è ora... adibito a “filatura seta”. vedi foto sotto
foto su concessione Archivio di Stato di Milano
foto su concessione Archivio di Stato di Milano
foto su concessione Archivio di Stato di Milano
foto su concessione Archivio di Stato di Milano
Nel 1882 (1 febbraio) il signor Riva Stefano presenta un progetto chiedendo di costruire un corpo di fabbrica nuovo interno e di innalzare l'esistente fabbricato, progetto che viene approvato. Notiamo che il nuovo corpo di fabbrica, che apparentemente sembra uguale a quello di oggi, è diverso nelle altezze dei singoli piani, che nel 1882 sono:
piano terra m. 3.60
piano primo m. 3.50
piano secondo m. 2.90
mentre nell'edificio che verrà trasformato ad uso abitazione saranno: piano terra m. 4.00
piani superiori m. 3.00.
vedi foto sotto
immagine dell'Archivio Storico Civico e Biblioteca Trivulziana del Comune di Milano
immagine dell'Archivio Storico Civico e Biblioteca Trivulziana del Comune di Milano
Ad esecuzione dei lavori terminata, nel 1884 il signor Riva Stefano chiede l'abitabilità di quanto costruito, abitabilità che comprende un fabbricato ad uso gallettiera, ossia un luogo destinato alla custodia e alla preparazione dei bozzoli dei bachi da seta, circostanza che ribadisce l'esistenza di una filanda operativa. vedi foto sotto
immagine dell'Archivio Storico Civico e Biblioteca Trivulziana del Comune di Milano
Tra il 1887 e il 1888 succede un fatto abbastanza curioso: dopo la costruzione, l'Agenzia Superiore delle Imposte Dirette chiede il pagamento dell'imposta sui fabbricati mediante accertamento, ma non riesce a recapitare tale accertamento in quanto gli eredi di Riva Stefano, nel frattempo deceduto, nel 1887 dichiarano che Molino Doppio è di proprietà di tale Carlo Pozzi (titolare invece di altri fondi in zona, come verificato nei registri catastali). Carlo Pozzi ovviamente dichiara che i proprietari sono proprio gli eredi di Riva Stefano. Insomma, per ignoti motivi che possono spaziare da un errore materiale dei compilatori dei repertori a complicate questioni ereditarie o alla semplice speranza di non pagare l'imposta, Molino Doppio sembra non avere più un proprietario! Ovviamente l'Agenzia Superiore delle Imposte Dirette non si arrende e a quel punto chiede al Municipio l'accertamento della proprietà, che nel 1888 il Municipio attesta appartenere a Riva Francesco, quale erede dello zio Riva Stefano. vedi foto sotto
immagine dell'Archivio Storico Civico e Biblioteca Trivulziana del Comune di Milano
immagine dell'Archivio Storico Civico e Biblioteca Trivulziana del Comune di Milano
immagine dell'Archivio Storico Civico e Biblioteca Trivulziana del Comune di Milano
immagine dell'Archivio Storico Civico e Biblioteca Trivulziana del Comune di Milano
Nel primo decennio del 1900 il Molino subirà un ulteriore cambio, trasformandosi da opificio ad abitazione, destinazione tuttora attuale, ma di questo ci occuperemo nella scheda dedicata al Nuovo Edificio.
*Con l'unificazione del Regno d'Italia, all'epoca si stavano riorganizzando i catasti soprattutto a fini fiscali, in quanto si voleva arrivare ad un'imposta fondiaria uniforme per tutto il territorio. Per parecchio tempo si conservarono comunque in larga parte i criteri del Catasto Lombardo-Veneto e solo nel 1939, dopo tanti anni dalla creazione della Direzione Generale del Catasto e dei Servizi Tecnici e dopo tante modifiche man mano decise, si giunse all'effettiva distinzione tra catasto terreni e catasto fabbricati, anche se già da prima si parlava di catasto terreni e catasto urbano.
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